Traslochi

Quello che la casa nasconde
perline, semi, animaletti, ragni, fagioli,
schegge di vetro, polveri antiche e ricordi,
parole, lacrime e sangue, fragole e cioccolato,
passione e disillusione, attese, inganni,
musiche e affanni, giochi e sguardi, feste e risate, pietanze affatate, progetti di viaggi per lontani miraggi, canti di luce e monete rotonde.

carte dai destini incrociati, brindisi e gatti,

pietrerotolanti,

sole e luna e piante resistenti,

arcobaleni improvvisati,

baci e abbracci rubati

geometrie fantasiose e fronde di alberi,

albe promettenti di voci e cuori potenti…

bambini

Ho incontrato bambini stanchi di camminare in gruppo,

sempre pronti a volere l’ ultima parola sulla loro solitudine ingombrante.

Ho intravisto bambini senza genitori, spavaldi, camminare fragili su cocci di vetri rotti.

Ho rincontrato bambini capricciosi, mutevoli come arcobaleno, pronti a promettere sorrisi multicolor per poi far arrivare solo nubi minacciose di pioggia a lungo trattenuta.

Ho visto bambini prendere sotto braccio i più grandi per mostrarsi sicuri e pieni di senso.

Ho trovato bambini persi nei loro sguardi, traditi da affetti congelati e, di conseguenza, con il timore di sciogliersi al sole.

ho osservato bambini capaci e dedicati eppure incuranti di quello che era attorno, concentrati sulle loro sofferenze da non (te l’ho)detto,

Ho scoperto bambini sperimentare e giocare per poi cambiare rotta repentinamente, presi dal timor panico di essere magari troppo spensierati e leggeri,

ho incontrato bambini giurare il vero di promesse non mantenibili per le loro esili ali a forma di cuore zoppo.

ho apprezzato bambini sognanti alla ricerca di lucciole da condividere, poi troppo presi per tinozze di rame piene di fiori dove lo spazio era solo per loro,

Ho incontrato bambini cantare e dimenarsi e scomparire in visi di lacrime e vergogne mal trattenute

ho rivisto bambini crudeli o indifferenti a causa dei giochi macabri del ‘ti taglio e ti riattacco la coda lucertola’.

Ho trovato bambini nonvedononsentononparlo e quindi corredati d’inevitabili ribellioni verbali così da non dire: ho bisogno di te. Troppo impauriti a spezzare l’incantesimo della strega cattiva che ti fa perdere nel bosco.

ho visto bambini persi nei loro giochi Lego tanto da saltare l’ora del mangiare assieme.

ho cercato bambini così ma

erano già tutti in corpi di adulti,

nascosti, ma per me certamente neanche troppo.

tempo fa

il tredici marzo di 9 anni fa ho cominciato qua così

“Non sai da dove devi vedere se da dentro  o da fuori e poi ti affacci.

Qui pure mi affaccio,  magari sarò in silenziosa o animata condivisa contemplazione, attesa che il paesaggio si apra quando il tempo lo permette. La primavera si avvicina nonostante tutto, continuo a fotografare finestre da fuori, com’è dentro? Lo intuisco solo e poi smetto di pensare e vivo  questa altra stagione di fiori quasi e sorriso,  nuovi percorsi. Le finestre sono da guardare meglio aperte.”

Curiosità di leggere cosa avessi scritto all’inizio, anche se scrivere partiva prima ( Myspace o Scrittura fresca nel web o certi quaderni tatuati da parole livide o sognanti di me antica).

Ogni tanto, ritorno su WordPress poi mi perdo

e mi ritrovo oggi su queste prime parole, di finestre viste da fuori.

strano, ora le stiamo un po’ tutti vivendo da dentro,

le finestre di dentro, che paesaggi ci tocca osservare?

non sempre placidi e mansueti, in balia di aggressività, paura ansia, attesa speranza bambina, frustrazione.

il grande frullatore di verità e menzogna, agrodolce o piccante o melassoso

ad ognuno i suoi gusti

il mio era fragola limone.

Chissà a ritrovare certi sapori. Di musica e parole perse e di abbracci e baci

e di scrittura jazz sempre più.

da che parte stai?

da che parte stai?

sto degli alberi che si muovono spinti di notte da un vento che ha tanto da dire
sto sempre con i bambini co-stretti da adulti idioti e ingombranti produttori di ammaccature per gli anni a venire
sto per le cose che sono quelle che sono e non quelle che sembrano no “sembra parquet ma è imitazione in pvc o ceramica”
sto con quell* che non hanno paura dei cuori ( intimacy or empathy magari nel pacchetto della maturità) e sono liber* davvero e non solo nelle teste ideologiche
sto con le erbacce e i loro fiori sorpresa
sto con chi agisce e non chi dice che si deve si può…
sto con la musica che pare ultimamente mi sia scappata dalle mani
sto con quelle persone che insegnano vicinanza e coinvolgimento e di questi tempi vigliacchi di umano reale e agito (di quello professato nella parola ne abbiamo troppo) è tesoro
sto con chi ascolta e porta attenzione
sto con gli animali e le loro logiche istintive e mai di violenza gratuita
sto con chi condivide passione pure quando la vita ci mette freni a mano tirati su e non riusciamo a ripartire sto con il mare e il bosco che mi porta silenzio
sto con i miei piedi che mi hanno fatto attraversare luoghi remoti e speciali
sto con le storie di conoscenza e non di fuga (a meno che non ci sia calamità naturale o cavallette)
sto con chi non si approfitta della mia fragilità
sto con la pizza di farina di mais bianco
sto con chi non ha bisogno di giudicarmi senza neanche potermi conoscere

sto con chi mi vuole bene davvero e me lo fa capire, con la sua disponibilità ogni volta, pure al vento e al buio

sto molto vicina dalla parte mia

Ho incontrato Babbo Natale

Sì era proprio lui, senza dubbio. Seduto sul marciapiede di una trafficata strada, sulle spalle un pesante zaino di tela marrone. L’ho riconosciuto dal cappello, perchè dal resto, vestiti rimediati chissà come, non era facile identificarlo. Credo chiedesse qualche spiccio tra le macchine di passaggio, costrette a fermarsi ad un interminabile semaforo rosso.

Faceva freddo ed era buio, lui pare non se ne accorga più, canticchiava qualcosa. Mi sono avvicinata, mi ha sorriso e abbiamo scambiato così due chiacchiere. Ormai sono abituata a parlare con la gente per strada, o meglio la lascio parlare e ascolto.

Mi ha detto in breve della sua vita, sempre a preoccuparsi di altri, in primis di suo padre, un tipo abbastanza immaturo e ferito di suo da farlo crescere in un ambiente in sottovuoto di affetto, stima e considerazione. Le cose poi crescendo sono peggiorate, troppo preso da sè ( e spaventato per mollare tutto e ricordarsi di suo figlio).

Quindi, mi spiega, di come ad un certo punto avesse deciso che dovesse partire, era insopportabile essere trattato così, comunque, ribadisce, andandosene aveva sempre appresso quell’ insicurezza, quel non saper mai scegliere e darsi valore, tante volte aspettandosi che gli altri lo potessero notare e apprezzare per il suo modo di fare, direi stravagantemente generoso: già con tutto il tempo impiegato a costruire giocattoli fuori moda da distribuire a bambini molto esigenti o assenti.

Certo, per farmi vedere che non è un bugiardo, dallo zaino tira fuori questi giochi, ha uno sguardo triste, mentre me li mostra, dice si è stufato. Non ne può più di ruoli, buoni comportamenti e lucine colorate. Non sa chi sono gli elfi, non li ha mai incontrati, figuriamoci le renne. Fa sempre tutto da solo.

Allora ogni Natale si mimetizza, nessuno sembra notarlo, tra le varie frenesie individuali, recita la sua parte d’invisibile. Vagabondo notturno senza fissa dimora.

Ricevere lo sguardo di pena altrui, inoltre talvolta è un modo semplice per non essere visti e lui vuole questo. Ma io mi fermo e ascolto e lo vedo. E faccio finta (anche io) di nulla.

Però io so fa freddo ma fioriscono e aspettano le rose, anche al buio. E ci sarà lo sguardo e l’attenzione e il coraggio. Magari anche amore non detto. Fiorirà. Questo farà la differenza. Anche per un Babbo Natale forzatamente in incognito.

pop

A ben pensarci, siamo in molti a sentirci un pò come pop corn in procinto di scoppiare.

Poi, ovvio, arriva pure quello pigro che non è pronto, che non gli va e si è stancato di tutti e di tutto.

Rimane là, così a lamentarsi della sua triste sorte o della sua mancanza di risorse creative. Cerca via di scampo, ma proprio non gli viene di aprirsi, anche quando strattonato dai compagni vicini (loro in gran fermento).

Tra il primo e secondo tempo del film,

io sono scoppiata e scoppierò tra un pò ancora di più, il processo in divenire è appena cominciato.

E ci sono voluti anni di pene tormentose, gioie apparenti, illusioni, miraggi, amori tutti amati pure se ballerini in bilico, talvolta funamboli spaventati.

(algebra di follia parola e morti, danze e ipocrisie)

Scoppio libera perchè così mi voglio e voglio che sia così anche per chi mi è accanto.

Pop

Nel processo, l’ascoltatore del sentire ora sarebbe felice per me, imparando sempre di più oltre i ruoli, la morale facile, il piacere rinnegato, gli schemi schermi, autostima sotto il tappeto con la polvere, il buonismo mistico, i passi falsi, inondazioni di ego straboccanti rifiuto.

Insomma, in parole povere, a lungo, prima dell’oltre, niente pop corn.

smettere rimettere

Rimetti a posto i tuoi giochi lasci sempre in disordine!

Smettere di scrivere perchè la vita è arrivata con un’ondata improvvisa che ha sommerso in mare di lacrime ricordi incredulità.

smetti per un attimo solo irrequietezza insoddisfatta di attaccamenti che poi perdi

non vuoi perdere mai ma perdi sempre

non ami perchè non vuoi perdere

ma poi c’è da rimettere a posto in quale posto ancora non è dato sapere dove abiterò

si cerca sempre cielo ma sicuro compromesso con smog antenne e città.

vorrei scrivere di te ma forse troppo presto, forse il viaggio che stai facendo è per me difficile da capire ancora, come lo sono stati difficili tutti gli altri, quelli dove si va per non tornare. Te che mi hai detto del viaggio importante che mollavi il lavoro stressante e io che tiravo un sospiro di sollievo, ti ho incoraggiato a suo tempo ma non sapevo che non saresti tornata. In tanti non si va in tanti non si torna.

il mio umore è ballerino

bisogno di cambiamento

insofferente

all’

amore

alle parole

alle azioni opportuniste

di solitudini camuffate male.

smetto di fare alcune cose ma poi ci ritorno e questo corpo mi canta lamentele

Smetti di giocare rimetti tutto a posto!

ma io non sono qui per mettere o smettere.

rabbia tristezza tenerezza noia curiosità prevedibilità invasione parole incoerenza

rimetti tutti a posto

e smetti di farlo.

io mi boicotto

io mi boicotto

tu ti boicotti

egli/ ella si boicotta

noi ci boicottiamo

voi vi boicottate

essi si boicottano
senza selfie degli idioti, tifo disumano, sensi di colpa,la colpa è di…

Senza asini volanti ormai zoppi,senza macchine,senza non essere di parte, astenersi per non essere di alcuna parte, senza demagogia, senza mafie, senza lavoro, senza diritti, senza soldi, senza casa, senza tempo.

Senza te e me, senza fiducia, senza sostegno, senza paura,senza te che ascolti e vedi me, e vedi solo te.

Senza giudizi e pretese,senza amore, senza genere,senza figli,senza padroni,senza banche,senza carne,senza sudditi, senza educazione e gentilezza,senza musica,senza voler comunicare e motivare, senza ignoranza egoista, senza sesso, senza competizione, senza opportunismo dei sentimenti, senza violenza,

senza alcuni senza inutili ed utili

io mi boicotto

tu ti boicotti

etcetc

(BOICOTTARE:ostacolare l’attività di.)

certi uomini

certi uomini scrivono con amore e intelligenza dei loro figli quindicenni i quali sanno affrontare indifferenza e aggressività con tenacia e presenza.
certi uomini sono insegnanti di questi ragazzini che sanno reggere il nulla che sovrasta e li rendono visibili di pensiero e cuore, perchè in fondo è quello che gli hanno insegnato.
certi uomini vivono tenerezza, camminando ormai anziani mano nella mano con le loro compagne di viaggi e periodi antichi.
certi uomini cercano verità e rischiano la vita, per loro il tempo è prezioso non per inseguire materia del nulla, ma ideali fatti di carne e fegato.
certi uomini resistono alle menzogne con le quali li si vorrebbe far sparire, ma resistono e alla fine pure perdendo, hanno vinto.
certi uomini studiano l’umano e cercano risposte di senso, dove la parola empatia solidarietà e complicità sia sempre presente come l’aria che si respira, senza, loro sanno, si muore.
certi uomini creano musiche e disegni di bellezza, scolpiscono materie di sogni e piume e speranze.
certi uomini sono liberi di vivere il sentimento senza museruole o catene, non sono cani da guardia, perchè dovrebbero abbaiare se il pericolo non c’è?
certi uomini sono capaci di ridere delle loro buffe miserie, delle sincronicità mancate e delle comiche quotidiane da buccia di banana, certo e lo sanno che fa male cadere.
certi uomini sanno meravigliarsi

certi uomini ti cercano con lo sguardo che sorride e trasmette un calore comodo, senza fretta o pitstop per aumentare competivitità.
certi uomini vogliono quello che sei, nella gentilezza di parole accoglienti e non giudicanti, concedendo abbracci, lì dove si può stare in silenzio, perchè questi bastano più di mille spiegazioni.

certi uomini vivono le montagne e la natura facendosela amica, lentamente sanno respirare pensieri di spazio e condivisione.
certi uomini fanno di manualità la loro vita in perenne costruzione in curiosità e possibilità.
certi uomini sono ricchi di tempo, sentimento, sorrisi, anche nuvole passeggere, ma sanno aspettarti se sei in salita con il fiatone.
certi uomini usano la loro logica e pensiero razionale per far nascere e non per distruggere i moti dell’anima, di conoscenza emozionale scienziati.
certi uomini sono forti di animo e responsabilità, giocano a carte con la speranza e pure se perdono non sono tristi, la posta in gioco non è fatta di danari o corpi pornografici.
certi uomini provano, imparano, meglio se nessuno gli ha fatto lavaggio del cervello con ruoli stereotipi di vario ‘genere’.
certi uomini hanno una buona memoria e capacità d’osservazione, non trascurano comunque i moti del cuore che spesso non sa come si fa.
certi uomini aprono porte e finestre, fanno entrare aria nuova nella loro vita, anche quando devono ricominciare tutto, sanno che per recriminare il tempo ormai è finito.
certi uomini amano giocare ma sono leali e conoscono le regole, non devono vincere attenzione a tutti i costi, magari gli basta fotografare quello che vedono e imparare a nuotare di più nel mare.
certi uomini sono generosi e vivono di colori da regalare.
certi uomini

sono

uomini certi.