Non sono mica Mandrake

C’era una volta anzi sarebbe meglio dire, c’erano tante volte perché questa storia ha spiccate somiglianze con il film ‘Ricomincio da capo’ (Groundhog Day). Bill Murray si sveglia sempre nello stesso giorno, tutto diventa prevedibile, ma sempre paradossale con ripetizione ad libitum.

 

Ebbene, c’erano stati, c’erano e c’era, spettacoli/spettacolo di illusionismo.

I maghi erano ogni volta diversi, ma tutti con la predilizione per il numero del cilindro e del coniglio che appariva magicamente.

Ammetto, ci cascavo ogni volta. A volte le magie erano davvero prodigiose e mi avevano fatto battere il cuore, altre, l’inganno era evidente: solo maghi maldestri.

 

Pagavo il biglietto (il costo era alto) per assistere sempre allo stesso spettacolo e non potevo fermarmi. Forse non mi sarei mai fermata, perché quando finiva la grande illusione, poi si ricominciava tutto e mi preparavo per il prossimo spettacolo.

 

L’ultimo mago era stato abile, comunque mi aveva delusa molto presto. Avevo però continuato ad assistere al suo spettacolo. Sì ne ero affascinata, aveva mani abili e sguardo furbo, poi parlava per ore e ore, ma sempre di poco, senza concludere molto. Infine si arrivava al clou dello spettacolo, apparizione e sparizione di uno splendido coniglio.

 

Loro, i maghi, giuravano che non c’era trucco, il povero coniglio faceva sempre una brutta fine e, io, animalista convinta, non condividevo queste scelte.

 

Sorrido ancora se penso a quel mago e al  numero delle lucciole, gli era bastato quello per trascinarmi nel suo mondo di chimere e sogni. Sicuro, mi aveva profondamente colpito per la sua destrezza e intelligenza creativa, non me lo sarei dimenticato facilmente.

 

Ma c’era sempre una vena sadica in questi giochi, come quelli del mago clown. Lui faceva ridere quando scompariva dietro montagne di polveri bianche, ci si nascondeva e io non avevo capito il trucco. Avrei perso abbastanza soldi per assistere alle sue prodezze.

 

Poi ricordo pure il mago, quello molto introverso nei modi, so è passato a miglior vita. Faceva numeri dove c’erano cieli grigi, squallore e ponti dipinti che attraversavo come se fossero reali, certo illusione era pure lì.

 

Ora, assisto al prossimo spettacolo, mi preparo e aspetto il numero del coniglio.

Questo mago ha richiesto la mia partecipazione, con i suoi trucchetti ha attirato la mia attenzione e mi ha coinvolta a fare da valletta con il coniglio. Per mostrare al pubblico la sua abilità, mi ha permesso di controllare che l’animale stia bene e sia vero. Ebbene l’ho toccato e l’ho preso in braccio, mi ha ricominciato a battere il cuore: è una graziosa bestiola morbida e tenera. Dice che me lo regala. Lo so, anche questo mago gioca, mi sottrarrà dalle mani il coniglio, questo scomparirà all’improvviso così come è comparso dal nulla di un profondo cilindro nero.

Ma ho pagato il biglietto! Non si fa così!

 

Mentre cerco di non pensare al coniglio sottratto, alle orecchie arriva un motivetto

“Così mai sarà mai potrà essere amore

così mai sarà

mai potrà essere”

Esco per un attimo dal tendone di questi freak show

“perché fosse rispetto ci volle la scelta tra bene e male…”

Forse è questo, mica sono Mandrake

le magie impossibili non fanno per me

(d’altronde è solo vita e amore da vivere)

Daniele Mutino e i suoi cosacchi

 

Una risposta a "Non sono mica Mandrake"

Scrivi una risposta a silevainvolo Cancella risposta