Una giornata festiva, i bus alle periferie dell’impero passano poco, ma sono sempre pieni di tanto.
Imparo cose nuove perché macchina non ho e mai l’avro’ e così vedo quello che accade in un microcosmo che è meglio del cinema di serie B a cui siamo costretti ad assistere nostro malgrado.
Si entra al centro, un tempo era proibito … ormai pure qui è tutto nella politica del centro (dei miei interessi non dei vostri), a fatica conquisti uno spazio e poi respiri a tempo con le frenate.
Il violinista slavo con vestito da festa è molto interessato alla spiegazione del gratta & vinci della cassiera del bar di piazza Venezia che sta andando al lavoro. La cassiera è una giovane donna carina e semplice di aspetto, loquace anche con chi gli chiede nel bus se viene pagata bene. Lei è vera esperta, sa tutto, e lui, insieme alla sua famiglia, la sua donna che canta, prende i biglietti che la ragazza gli porge e interviene nel discorso, forse immaginandosi di vincere quegli zeri, cancellando gli spazi giusti.
Con la coda dell’occhio vedo un omino singolare, potrebbe essere personaggio di gonzalo tavares: foulard di seta al collo, occhialetti e un vistoso bastone con pomo di anatra dorato, vedo meglio:hanno la stessa espressione sarà la vicinanza quotidiana.
Il supplizio dell’ apri e chiudi al centro, tutto si gonfia e sgonfia, continua. Ora sale lei, vestita di stoffa celeste, solo il viso cicciotello è visibile, porta il suo peso di carrozzina con bambino incluso. Noto le sue mani piccole, avrà un po’ piu di 18 anni ma uno sguardo così serio e solitario.
Il violinista pizzica le corde del suo elegante violino di legno chiaro, così per far sorridere il bimbo. Osservo che la mamma rimane imperturbabile sotto la sua copertura anonima, forse il bambino, lui almeno riesce a sorridere.
Se ci riuscissimo a stare tutti pigiati con tolleranza e accettazione, meno ipocrisia religiosa e bigotta, ma rassegnati no, alle invasioni, no, alle aggressioni no.
Curiosi, sì, di stare vicini sì, pure se gli odori sono diversi come i vestiti che indossiamo e che magari neanche scegliamo.
Questo sarebbe solo uno dei tanti bus da prendere ogni giorno.
L’ha ribloggato su My3Place.
Grande!
Solamente chi sa, solamente chi vuole, solamente chi non ha paura riesce a far diventare grandi le piccole cose, anzi le vede dentro, come un microscopio elettronico, e ce le rende nuove e inaspettate.
E gli altri? Guardano il parabrezza, la strada, il semaforo, l’orologio, il vicino sospetto, l’automobile davanti, le angustie, il loro non-futuro di corto respiro.
E’ faticoso, è rischioso, tenere gli occhi aperti per “vedere”, ma la curiosità è insopprimibile.
🙂
curiosità for president!! vero è, si puo vedere ma non guardare
Pingback: Sette8zero (Di Silevainvolo) | Evaporata
Come l’hai detto bene! E’ la curiosità che ti fa scoprire la vita, la bellezza che si nasconde nelle pighe dell’ignoto.